Collezione Borbone

Durante il governo di Carlo di Borbone si affidano a pittori di preferenza non napoletani, come Giovan Maria delle Piane detto il Molinaretto, Francesco Liani, Giovanni Paolo Pannini, le immagini celebrative della dinastia. A queste si aggiungono, durante il regno di Ferdinando IV, le opere di numerosi artisti stranieri, tra cui Mengs. Dopo il matrimonio con Maria Carolina d’Austria, si stringono in particolare i rapporti con gli artisti tedeschi, protetti ed incoraggiati dalla regina, come Philipp Hackert.
Nell’ultimo ventennio del 1700 lavorano ai ritratti ufficiali di famiglia le artiste Angelika Kauffmann ed Elisabeth Vigée Lebrun. Alla data del 1799 la galleria di Capodimonte conta ben 1783 dipinti. L’illuminata politica di promozione di nuovi filoni di artigianato artistico attraverso la fondazione delle manifatture regie, iniziata da Carlo e seguita poi da suo figlio, aveva intanto arricchito il patrimonio borbonico di straordinarie opere di arti applicate. La collezione si incrementa fortemente, soprattutto di opere di artisti meridionali, durante il decennio francese quando viene espropriato il patrimonio dei conventi napoletani e del Regno in seguito alle soppressioni degli ordini ecclesiastici. Negli stessi anni, viene avviato il trasferimento di tutte le collezioni d’arte e di antichità nel Palazzo degli Studi, sede del nuovo Museo. Tale indirizzo viene seguito dopo la seconda restaurazione da Ferdinando IV, divenuto re delle Due Sicilie, che continua ad incrementare le raccolte nel Real Museo Borbonico, già Palazzo di Studi, tramite una serie di acquisti di singole opere o di intere collezioni. Contemporaneamente a Capodimonte, come nelle altre residenze borboniche, giungono una serie di opere d’arte contemporanee, con preminente funzione di arredo, donate al sovrano da giovani artisti “pensionati” a Roma o da lui acquistate durante le periodiche esposizione del Real Istituto di Belle Arti. Tutte le acquisizioni confluiscono nella Galleria d’Arte moderna istituita nel Palazzo di Capodimonte tra il 1864 ed il 1884 da Annibale Sacco, allora direttore della Real Casa Savoia, che avvia un’ attenta ricognizione e recupero del patrimonio di opere e di arredi disseminati nelle varie residenze reali. Nel 1957 si inaugura il Museo di Capodimonte, per volontà dell’allora Soprintendente Bruno Molajoli, in cui sono riunite tutte le opere d’arte ad eccezione della raccolta archeologica che resta nel ex Real Museo Borbonico divenuto, dopo l’unità d’Italia, Museo Nazionale.
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